domenica 2 giugno 2013

Le poesie degli alunni dell'Istituto Comprensivo di Mascali". Scuola Secondaria di Primo Grado: I C - I D



MASCALI
Oh Mascali,
più volte ricostruita,
la lava più volte ti ha tradita.
La Madonna tentò di fermarla
ma lei sola risparmiò
e tutto il resto bruciò.
Pian pian il paese si riprese
più giù fu ricostruito,
pian piano riprese vita
e qui procede oggi la mia vita.

Pagano Ivan
Classe I D




IL MIO PAESE

Mascali addolorata
La lava ta bruciata
ma del tutto Patrono sei stato salvato
sei calda e affollata
ma non ti vedremo mai innevata
comunque rimani una città incantata.

L. Scandurra I D





IL POETA PASTORE MASCALI

Rosemarine,dolce ninfa,
la tua dimora vicino al vulcano avevi,
Mascali da te veniva
E con dolci melodie ti incantava.
Il dio vulcano,
pieno di ira,
vedendo tra voi tanto amore,
scagliò fiamme e fuoco
e trale sue braccia moriva.
Da due defunti
Nacque il villaggio di Mascali.

Pagano Martin
Classe I D




La vecchia Mascali
Una vecchia città chiamata Mascali

è stata travolta dalla lava

che lentamente calava.

Nel cimitero fu tutto sepolto,

solo una statua della Madonna

tutta pietosa e bella

si innalza dalla landa desolata,

ancora oggi possiamo vederla.

Tutti i mascalesi oggi corrono in fretta

per fotografare la statuetta.

Muntoni J., Caruso N. e Muscolino M.
classe I C

Le poesie degli alunni dell'Istituto Comprensivo di Mascali". Scuola Secondaria di Primo Grado: I A



LE MERAVIGLIE DELLA SICILIA



Dalle pendici di un grande vulcano
Ammiro l’orizzonte da molto lontano.
Il mare luccica come una stella
la mia sensazione è assai bella.
Sembra una donna di grande eleganza
quell’immenso mare verde speranza.
Ma quando mi giro e guardo lassù
lo spettacolo cambia, nulla è più blu.
Spruzzi di fuoco, lapilli e scintille
Illuminano il cielo di meraviglia
Quel grande vulcano domina tutto
Quando lui ha voluto, ogni cosa ha distrutto.
L’immensità della natura è spettacolare
l’uomo l’ammira, ma non la può cambiare.

                                                            Giovanni Previtera



MASCALI MIA
Una stella mi ha portata
su questa terra incantata.
Dimora del sole,del colore,
di gioia e di buon umore.
Paese umile e meraviglioso,
tranquillo e misterioso,
dal mio cuore nessuno ti porterà via,
splendida Mascali mia.
Aprendo le finestre la brezza mattutina
fresca di mare
sfiora il mio letto la copertina.
Esiste un buongiorno migliore?
Fra le zagare in fiore,
ragazzi sussurrano il loro grido d’amore.
Il mio mare dalla purezza cristallino
tutto l’anno mi tiene a sé vicino,
lo spirito rassicura,
e di ogni mare ne è la cura.
Mascali, sei nata da una distruzione,
nel 1928,a seguito di un’eruzione,
sei incorniciata a nord e a sud da due torrenti,
a est e a ovest da mare e monti!
In questo luogo non manca proprio niente,
sei un tesoro per tutta la tua gente.

Elisea Cartillone 




Piccola, grande Mascali

Piccola,grande Mascali
cerchiamo in te rifugio
come timidi uccellini che
pigolano piano alla loro Madre.
Mascali,
pronuncerei questo nome
per ore ed ore
sdraiata su un prato verde
ad ammirare i tuoi colli ameni;
poi però chiudo gli occhi per un po’
ed il mio pensiero va lontano,
a quel fiume di lava
incandescente che ti invase e non ti risparmiò.
La mascalese piazzetta
antica accoglie noi.
Cara Mascali,
con te son cresciuta,
con un mondo d’amore.
Sogno di stare con te
felice per sempre
non ti lascerò.

Sonia Greco

                                     


Mascali: il mio paese

In mezzo al Mediterraneo ai piedi del Mongibello
Sorge un piccolo paese dall’ odor di Nerello,
distrutto dalla lava poi ricostruito
dalla forza di volontà di chi questo disastro ha subito.
Ricordo quando da piccola andavo al mare
Vedevo nuvole rosse e il sole dietro l’Etna tramontare,
rondini squarciare l’azzurro cielo
e la notte coprire tutto co il suo grande velo.
Quando il sei novembre si avvicinava
tutto il paese con ansia aspettava
Il giorno di festa e di allegria
Che di felicità riempiva ogni via

Flavia D’ Achille

Le poesie degli alunni dell'Istituto Comprensivo di Mascali: Scuola Primaria.



Mascali

Mascali, paese bello

alle pendici del Mongibello.

Arriva fin su in collina,

quasi quasi dove c’è nevina.

Mascali sembra piccolina,
nella realtà è molto carina,
essa è circondata da mare e montagna,
mai nessuno qui si lagna.
Di Stefano Arianna
classe V, plesso Carrabba



  
Mascali

Mascali, piccolo paese, ma con un grande paesaggio.
Le belle spiagge invidiabili e l’Etna,
che si innalza come un manto bianco,
ne fanno un paesaggio d’incanto.
Tra la montagna e il mare, è un paese da amare,
dove tutti ci conosciamo
e ci salutiamo,
ogni volta che c’incontriamo.
Non andrei in nessun altro posto ad abitare,
perché qui mi piace stare.
Spero che in futuro Mascali possa offrire di più,
per dire, non me ne vado più.

Altamura Federico
Classe V, plesso Fondachello
                                


 
Il mio paese

Illuminato dal sole,
bagnato dal mare,
c’è un lembo di terra
ai piedi dell’Etna.
Bruciato e rinato
dall’amore dell’uomo:
è Mascali.
Un paese bello,
più di un fiore!
E anche se talvolta
non viene preso in considerazione,
o se ne parla male,
io lo assicuro:
è un posto speciale !
                                             Matteo La Rosa
classe V A , Piazza Dante 




Mascali

Il paese lo conosco molto poco
perché sono giovane e ci vivo da poco.
Va dai monti fino al mare,
ha un paesaggio che fa emozionare.
Ha avuto una grande storia:
tutti la rammentano nella memoria.
Sorge ai piedi di un vulcano
che nel ’28 se la mangiò pian piano.
Con il Duomo e la sua piazza
e una via con la sua Madunnuzza,
che protegge gli abitanti
dalle disgrazie e dai briganti .
La vorrei un po’ più pulita
per rendere più sana di ognuno la vita!
Giulia Salvadori
                                                                              classe V B, Piazza Dante

 


Chi c’era quella notte?

Chi c’era quella notte del millenovecentoventotto,
seduto nell’oscurità,
a guardare l’ultimo muro
della sua casetta svuotata,
sotto sopra in una giornata?
Chi c’era?
C’erano in tanti,
non puoi sapere quanti!
Ma stanno tutti dormendo contenti
e solo qualche bambino d’allora
se lo chiami, ti sente
e ti racconta, se la memoria non gli fa difetto,
di come a Mascali la gente
si ritrovò di colpo senza niente.
E’ un bambino seduto
sopra un carretto sgangherato,
che va dondolandosi, con rumore di pentole,
su ruote sovraccariche
e sembra pronto a rovesciarsi.
E’ un bambino meravigliato
di tutto quel rossore
che avvolge il suo paese,
la sua casa, l’ultimo muro bianco,
quel muro dove giocare accanto,
con facce di ragazzini monelli
e dalle tasche piene, al gioco dei fondelli.
Che piacere quella nottata!
All’insaputa, un maestro di festa improvvisato
ordinò di far scoppiare i mortaretti,
ma era nascosto,
chissà dove.
Tra odore di zolfo,
tutto quel chiarore che ti rincorre,
impastando alberi e pietre,
non è la lava
a pochi metri,
ma un prodigio, un incanto….
Ma perché la madre ha occhi di pianto
e voce di preghiera afflitta?
Perché il padre con bocca d’inferno
bestemmia scuotendo la testa
e tra le mani sgualcisce il berretto?
Non lo sa a quel tempo la mente innocente!
La bocca con denti da latte ride spalancata!
Ora lo sa la mente del vecchio sapiente
e una lacrima scorre, lenta e cocente,
sulla faccia ricamata dal tempo.

Aquilino Daniele
classe V, plesso Fondachello