mercoledì 21 aprile 2021

Mascali 1960. Il premio "Livio Tempesta" al ragazzo più buono d’Italia.

 Domenica  mattina, del 20 novembre  1960,  un giovanetto di Fondachello di Mascali raggiunge il Campidoglio, dove lo attendeva nella Protomoteca, salone di rappresentanza del Comune di Roma, il  sindaco Urbano Cioccetti,  ed il giorno successivo incontra  in udienza privata Sua Santità  Papa Giovanni XXIII nella sala del trono della Città del Vaticano.

La Sicilia del 21 novembre 1960


Angelo Contarino, viveva nel borgo di Fondachello in una semplice abitazione che si affacciava direttamente sul mare insieme ai genitori al fratello e a due sorelle. La vita trascorreva secondo i ritmi lenti del tempo, divisa tra gli impegni scolastici, il gioco e l’aiuto al padre pescatore. In quegli anni la spiaggia di Fondachello era ancora punteggiata dalle variopinte barche in legno e dalle lunghe reti stese al sole per essere riparate e per asciugare dopo la tinteggiatura che le rendeva di colore rosso porpora.


Il Corriere dei Piccoli, novembre 1960

Quando il padre si ammala gravemente, Angelo  ancora quattordicenne, di mattina continua a frequentare   la quinta classe elementare, mentre ogni notte a bordo della barca paterna  solca da solo le acque di  Fondachello per provvedere ai bisogni della numerosa famiglia,  pescando saraghi, cefali e triglie.

Ben presto il maestro, Carmelo Barbagallo si accorge che il giovanetto ha spesso gli occhi arrossati dal sonno e segue con difficoltà le lezioni, dopo avere trascorso una intera notte sul mare spesso in tempesta.

Scoperta l’origine dello strano comportamento di Angelo  l’insegnate decide di segnalarlo  al premio  per il ragazzo più buono d’Italia intitolato a “Livio Tempesta” un fanciullo morto  in mare nel tentativo di salvare un compagno che stava per annegare.

E cosi Angelo Contarino raggiunge Roma per ritirare il prestigioso premio assegnatogli tra oltre 200 aspiranti.

L'Osservatore Romano della Domenica, 27 novembre 1960

Cosi recitava la motivazione del premio Livio Tempesta del 1960:

” Sebbene di salute cagionevole ha affrontato per molte notti le bufere di un largo tratto di mare aperto, ai remi di una barca, al fine di provvedere agli essenziali bisogni della sua numerosa famiglia, essendo il di lui padre gravemente ammalato. Sul suo viso macilento sono visibili i segni della stanchezza e della sofferenza, tuttavia egli non ha mai dimenticato la sua scuola, che ha frequentato con costante profitto, rinunciando ad ogni svago e dissimulando con il sorriso i gravi sacrifici quotidianamente compiuti”.