martedì 9 novembre 2021

Mascali, presentazione del “2° Quaderno di studi”, Città di Mascali, domenica 31 ottobre 2021.







La Sicilia 02 Novembre 2021







Presentato il quaderno di studi n.2 sulle origini e la storia di Mascali, ex contea delle sette torri

2 Novembre 2021 di Mario Pafumi

 MASCALI – Su iniziativa dell’Associazione culturale Mascali 1928, presieduta dall’infaticabile professor Leonardo Vaccaro studioso si storia patria, mei giorni scorsi nella Chiesa Madre di Mascali, alla presenza del sindaco Luigi Messina, dell’arciprete parroco, don Rosario Di Bella, di assessori e consiglieri, ma soprattutto di un folto e competente pubblico, è stato presentato il volume “Città di Mascali – Quaderno di studi n.2”.

 Sono intervenuti tutti gli autori degli otto articoli che compongono la pregevole pubblicazione, ad eccezione di Concetto Stagnitta della Confraternita San Leonardo Abate e Jacques Plainamaison, ordinario di Letteratura francese nell’Università di Lomoges ed Avignone e specialista di Letteratura del XVIII secolo e storia del Limosino, nonché presidente emerito della Federaziobe delle Confraternite del Limosino. Dopo i saluti del sindaco Messina e del parroco Don Di Bella, arciprete parroco di Mascali, di Veronica Musumeci, assessore alla cultura del Comune, e di Adele Finocchiaro, tra le fondatrici dell’Associazione culturale “Mascali 1928, ad prime gli interventi è stato, Antonio Alibrandi, docente ordinario dei Licei e cultore di Storia Moderna nell’Università degli studi di Catania, che ha sviscerato la storia di Mascali nel periodo dal XVI secolo alla prima metà del XVIII, con riferimento al “Cristiano ordine”.

 Fantasiosa è sembrata a diversi astanti la sua versione del toponimo “Giarre” da lui considerato derivante da presunte argille che sarebbero state presenti nel territorio in cui sorge la “città crocevja”. Pina Andò, già docente di materie letterarie nei licei, ha presentato la figura di Leonardo Grassi Nicotra, sindaco di Masca dal 1896 al 1922, una figura carismatica, che contribuì con le sue idee e la sua azione politica alla rinascita della città ex “Contea delle sette torri”.

 Nino Amante, giornalista professionista, per lunghi anni volto e voce della RAITRE regionale, ha focalizzato l’attenzione sui sei secoli di storia del Bosco di Santa Venera, una storia che ha ricostruito attraverso la studio documentale negli archivi delle Diocesi di Acireale e di Catania riuscendo a ricostruire il passaggio dall’antichissimo priorato di origine normanna all’enfiteusi, per giungere al passaggio alla Diocesi di Acireale, un passaggio che, come ha detto Amante “segna la fine di un’epoca per certi versi romantica”. Molto interessante l’intervento dell’archeologo Mario Indelicato, assegnista di ricerca nell’Istituto del patrimonio culturale del CNR, PhD student in Scienze del patrimonio culturale nell’Università di Catania, che sta conducendo uno studio sperimentale archeologico, ancora in itinere sul vino “mascalese” di Columella. Uno studio che lo sta portando ad approfondire le preziosissime presenze archeologiche nel territorio mascalese e alla realizzazione di un “vino romano”, quale frutto di di un’agronoonia dell’antichità.

 La piantumazione di piccolo vigneto “romano” sperimentale, utilizzando le indicazioni delle antiche fonti agronomiche, utilizzando esclusivamente strumenti e tecniche manuali coerenti con il periodo è stata un’esperienza importante, considerato che il celebre vitigno da cui si trae il “nerello mascalese” è stato addomesticato proprio in questo territorio. Simpatico ed interessante anche l’intervento di Monsignor Giovanni Mammino, vicario generale della Diocesi di Acireale, docente di Storia della Chiesa nello Studio teologico San Paolo di Catania e direttore dell’archivio storico e del Museo diocesano di Acireale.Monsignor Mammino ha rivelato alcune scoperte inedite relative ad un progetto di costruzione della nuova chieda di Mascali, antecedente all’eruzione vulcanica dell’Etna che il 7 novembre del 1928 distrusse completamente l’antica città di Mascali, poi ricostruita in tempo di record dal governo Mussolini.

 Leonardo Vaccaro, autore dell’articolo “Ricerche d’archivio per la storia della ‘Venerabile Insigne Matrice Collegiata di questa città di Mascali – Il manoscritto delle rendite dell’anno 1756 ed il Libro di introito ed esito degli anni 1756-1826”, prima dell’intervento conclusivo del preside Girolamo Barletta, studioso e già rettore della Società giarrese di storia patria e cultura, ha spiegato le motivazioni che hanno spinto il Comitato a realizzare questa nuova sfida editoriale ed augurandosi di poter presto pubblicare anche il terzo Quaderno, ha invitato tutti gli studiosi presenti a farsi avanti.

  


Mascali, presentazione del “2° Quaderno di studi”, Città di Mascali

Nella chiesa madre San Leonardo Abate di Mascali l’associazione culturale Mascali 1928, presieduta da Leonardo Vaccaro, ha presentato “Il  2° Quaderno di studi”, Città di Mascali.

Tra i numerosi ed attenti presenti, anche  il sindaco di Mascali Luigi Messina, l’assessore Veronica Musumeci, il presidente del consiglio Paolo Virzì, le consigliere comunali Adele Finocchiaro e Ilaria Barbarino e il preside Girolamo Barletta.

L’associazione culturale Mascali 1928, con la pubblicazione di questo libro, prosegue l’attività di ricerca e divulgazione della storia e della cultura del territorio di Mascali. Dalla pubblicazione del  1° Quaderno di studi, avvenuta nel 2012,  l’associazione ha promosso, direttamente e in collaborazione con altri Enti ed associazioni, la pubblicazione di alcune opere fondamentali volte al recupero della memoria della nostra comunità.

 Si ricorderà  il volume di Sergio Intorre “Il tesoro di San Leonardo” nella chiesa Madre di Mascali  del 2008 e gli atti dei convegni organizzati in occasione del 90 esimo anniversario della eruzione del 1928 che seppellì l’Antica Mascali.

 “Questo nuovo quaderno – dice Vaccaro – è il frutto di approfondite ricerche condotte sulla precedente produzione storiografica e negli archivi storici, civili ed ecclesiastici di Mascali, Acireale e Catania, che consentono di approfondire la conoscenza di istituzioni e personaggi che si sono sviluppate o sono vissuti nel territorio della Contea di Mascali.

 Tra gli illustri relatori il prof. Antonino Alibrandi, docente ordinario nei Licei, cultore di Storia Moderna nell’Università degli studi di Catania che ha riproposto la sua tesi sulla “vexata quaestio”, cioè il passaggio del territorio mascalese da quella che viene chiamata storicamente Baronia a quella che fu chiamata a suo tempo e fino ad oggi Contea di Mascali, fino a trattare i temi del banditismo e dell’Inquisizione, abbracciando così due secoli di storia, dal 1524 al 1974.

 Il giornalista Nino Amante ha affrontato l’interessante argomento sull’origine del Priorato di Santa Venera, dell’enfiteusi e del bosco di Santa Venera.

Nel terzo articolo del Quaderno di Studi la prof. Pina Andò ha tracciato la figura di Leonardo Grassi Nicotra, già sindaco di Mascali, prima dell’eruzione del 1928: sindaco progressista, ma comunque borghese, che volle la promozione umana delle classi popolari del suo paese.

 “Leonardo Grassi Nicotra fu un sindaco – scrive la prof.essa Andò – che quando l’Italia cadde nelle mani di Mussolini, seppe rifiutare di interpretare un ruolo trasformista nella sua veste di Podestà rimanendo orgogliosamente coerente agli ideali democratici che lo avevano ispirato per lunghi anni accettando con dignità di essere messo in disparte”. Nel 1923 la sindacatura di Leonardo Grassi Nicotra a Mascali finì. Cinque anni dopo, la colata lavica del 6 novembre del 1928, inghiottì Mascali.

 Mario Indelicato, assegnista di ricerca presso l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR, PhD Studente in Scienze del Patrimonio Culturale presso L’Università di Catania , nel quarto articolo del volume, ha esposto i risultati di uno studio di archeologia sperimentale sulla viticoltura e sulla enologia romane, condotto sulle colline di Nunziata.

 Giovanni Mammino, Vicario Generale della Diocesi di Acireale, ha posto l’attenzione sui progetti e sulle vicende che portarono alla costruzione della nuova chiesa Madre di Mascali, dopo l’eruzione del 1928.

 Hanno apportato un grande contributo alla realizzazione del libro anche gli articoli dell’avv. Concetto Stagnitta e del prof. Jacques Planemaison, già ordinario di Letteratura Francese presso le Università di Limonges ed Avignone, che nel libro hanno affrontano il tema delle Ostensioni, cioè l’esposizione alla venerazione delle reliquie di San Leonardo.

 Dal 2 al 7 febbraio del 2015, le reliquie del teschio di San Leonardo hanno raggiunto la Sicilia e sono state esposte alla venerazione dei fedeli nella chiesa Madre di Mascali.Per la prima volta nella storia plurisecolare della Regia Contea di Mascali, il corpo di San Leonardo, ha lasciato la Francia per incontrare i devoti provenienti da tutta la Sicilia ed in particolare delle città che lo hanno eletto celeste patrono : Enna, Partinico, Serradifalco, Mongiuffi Melia, Montallegro, Capizzi.Le Ostensioni, con cadenza settennale, si celebrano in 12 cittadine del Limosino in onore dei rispettivi santi patroni.

 Leonardo Vaccaro, con una approfondita ricerca d’Archivio per la storia della Venerabile Insigne Matrice Collegiata della Città di Mascali, del manoscritto delle Rendite e il libro di Introito ed Esito, ha concluso il quaderno.

 “Ringrazio il Comune di Mascali e l’Arcipretura Parrocchiale di San Leonardo Abate e padre Rosario Di Bella – dice Vaccaro – per avere concesso il patrocinio dell’opera, e per avere consentito la consultazione dei rispettivi Archivi Storici, la Confraternita di San Leonardo di Mascali per avere promosso le relazioni di amicizia con la città francese di Saint Léonard de Noblat. Rivolgo un particolare ringraziamento a tutti gli autori degli articoli che, in un periodo così complesso per la nostra società, afflitta dalla pandemia causata dal virus SARS-Cov-2 , hanno risposto con entusiasmo e generosità alla richiesta di scrivere sulla storia e su territorio di Mascali, creando preziose occasioni di incontro e di conoscenza, soprattutto per le nuove generazioni”.

Angela Di Francisca




Mascali e la sua storia presentata nella chiesa madre

La Pubblicazione È Più Di Un Compendio, In Quanto È Frutto Di Approfondite Ricerche Eseguite Negli Archivi Storici, Civili Ed Ecclesiastici Di Mascali, Acireale E Catania

 Mascali e la sua storia presentata nella chiesa madre. Un volume dedicato alla storia di Mascali e alle traversie che scandirono il suo passato, intriso di tinte fosche che di momenti luminosi. È questo il succo della conferenza tenutasi nella chiesa Madre di Mascali su input dell’associazione culturale Mascali 1928, la quale è diretta dallo studioso di storia patria Leonardo Vaccaro.

Il manoscritto dal titolo “Città di Mascali-Quaderno di studi n° 2”, presentato dalla giornalista Angela Di Francisca.

La pubblicazione è più di un compendio, in quanto è frutto di approfondite ricerche eseguite negli archivi storici, civili ed ecclesiastici di Mascali, Acireale e Catania.

Esso assurge ad analisi minuziosa dei vari passaggi della storia economico-sociale di un territorio del quale Mascali prima fu a lungo capo-fila per poi abdicare in favore di Giarre e della prosperità degli altri comuni.

Un tempo infatti nel territorio jonico-etneo, esisteva un’entità amministrativa chiamata Contea di Mascali.

La cui genesi risalirebbe, secondo il documento “Terra Maschalarum”, all’assegnazione dei terreni del luogo in questione al vescovo di Catania Maurizio da parte di Ruggero II. Due furono gli eventi che segnarono tragicamente la storia di Mascali: il terremoto del 1693 e l’eruzione lavica del 1928, la quale distrusse la predetta città, poi ricostruita più a valle dal fascismo. Gli autori degli articoli presenti nel volume sono intervenuti per dissertare su quanto da loro riportato nel manoscritto.

L’articolo redatto dal professore Antonino Alibrandi costituisce l’asse portante del libro poiché sviscera la storia di una comunità, ovvero quella mascalese, che diede il nome all’omonima Contea.

Il toponimo “Mascali” comparve per la prima volta nel 593 d.c., quando Papa Gregorio Magno inviò al vescovo di Taormina Secondino, una lettera. La missiva affinché ordinasse ai monaci del monastero di Sant’Andrea, ubicato “Super Mascahalas”, di erigere un altare in sostituzione di un battistero. Mascali, città il cui nome di origine bizantina richiamerebbe etimologicamente la connotazione “boscosa” e “ramosa” del territorio.

Secondo lo studioso Alibrandi, cultore di Storia Moderna nell’Università degli Studi di Catania, provenne da due secoli di stagnazione basso-medievale. Successivamente si confermò, prima come baronia e poi come Contea. Prima di tutto però il territorio di Mascali nacque come “fego” (feudo).

La trasformazione del territorio boschivo della piana di Mascali in vigneti e dunque la messa a punto di colture estensive nell’area di Mascali, fu resa possibile dall’input dato dall’imperatore Carlo V dopo che questi fu reduce dalla vittoriosa battaglia anti-turca a Tunisi. Passando da Randazzo e muovendosi laddove scorre l’Alcantara, Carlo V si rese conto dell’imprescindibilità del disboscamento e della massa a coltura dei terreni.

Ciò però fu possibile quando nella metà del cinquecento il predetto imperatore assegnò il mero e misto imperio al vescovo Niccolò Maria Caracciolo. In realtà però il titolo assegnato al vescovo non fu quello di “comes” e dunque di Conte ma di “dominus”. Il primo processo di concessione enfiteutica dei terreni mascalesi ad abitanti del territorio iniziò in realtà nel XV secolo per poi consolidarsi con i “Capitoli et ordinationi” del 1558.

Con l’enfiteusi, che sarebbe un diritto reale di godimento del bene altrui, impegna l’enfiteuta a migliorare il fondo e a pagare al proprietario di esso un canone annuo, Nicolò Maria Caracciolo riuscì a modificare il volto della piana di Mascali. Mascali ottenne una primazia sugli altri nuclei abitativi anche grazie alla produzione di vino. Poi il terremoto del 1693 che distrusse Mascali, favorì la crescita di Giarre, affermatasi proprio nel Seicento, mentre Macchia, poi divenuta frazione di Giarre, rafforzò il suo nucleo abitativo nel settecento.

Giarre infatti, il cui etimo sarebbe riconducibile alla presenza geologica di crete, passò da luogo di posta, riconosciuto come tale nella metà del cinquecento, a fondaco che riuscì ad emergere su Mascali soprattutto in materia di incremento demografico. Alibrandi nel suo manoscritto ha sottolineato che fino all’eruzione lavica che distrusse Mascali nel 1928, vi erano due chiese: una che sarebbe quella di San Leonardo, ricostruita ex novo in un anno imprecisato, e l’atra che sarebbe quella di Santa Maria degli Angeli. Alibrandi, nel corso della sua dissertazione, ha anche affrontato il tema del banditismo. In particolare, Alibrandi ha indugiato sulla figura del bandito Giorgio Lanza, squartato vivo per volere del Vicerè conte di Olivares, e su quella del bandito Francesco Ferro, figura delle cui gesta sono a conoscenza gli anziani di Mascali di oggi sebbene egli visse nella metà del Seicento.

Mascali inoltre ospitò il culto di San Leonardo a seguito di una tradizione orale secondo la quale un’imbarcazione proveniente da Malta e che trasportava le reliquie del Santo, si fermò inspiegabilmente a largo delle coste di Mascali. Tutto ciò, quasi come se il Santo avesse chiesto di essere venerato lì. Alibrandi si è poi soffermato sul tema dell’Inquisizione, facendo riferimento alla figura di Salvatore Patanè, commissario del Sant’Uffizio nella città di Mascali nella metà del settecento.

Il giornalista Nino Amante ha invece dissertato sul Priorato di Santa Venera, nato subito dopo l’arrivo dei Normanni in Sicilia.  Il priorato, esistente anche a Sant’Anna e ad Annunziata, consisteva in chiese con convento annesso. Diversi furono gli scontri tra il priorato, il cui territorio fu disboscato solo nella seconda metà del settecento, e la comunità di Mascali, la quale rivendicava il diritto ad entrare nei terreni di proprietà dei canonici per cacciare o per svolgere attività di pastorizia.

La professoressa Pina Andò ha invece dissertato sulla figura del sindaco Leonardo Grassi Nicotra, sempre sensibile ai bisogni delle classi operaie.

Quest’ultimo è autore di importanti interventi come l’edificazione di acquedotti, fognature, mercati e illuminazione.

L’archeologo Mario Indelicato ha invece sottolineato l’attuazione di un progetto sperimentale che prevedeva la piantumazione di un piccolo vigneto “romano” sperimentale.

Vigneto impiantato nelle campagne di Nunziata seguendo le indicazioni delle antiche fonti agronomiche.

Ne è derivato un vino rosso aranciato, acidulo e quasi piccante dal retrogusto affumicato.

Gli articoli del manoscritto sono stati redatti anche dal prof. Jacques Plainemaison, soffermatosi sulle processioni ostensionarie, e dall’avv. Concetto Stagnitta.

Leonardo Vaccaro ha invece “indugiato” sulla storia della “Venerabile Insigne Matrice Collegiata della Città di Mascali”.

Il vicario Generale della Diocesi di Acireale Giovanni Mammino ha discusso sul progetto di costruzione dell’attuale chiesa Madre di Mascali.

Alla conferenza hanno partecipato anche il Preside Girolamo Barletta, cga che ha parlato sulla figura del sindaco Grassi Nicotra, l’arciprete di Mascali Di Bella, il sindaco di Mascali Luigi Messina. Presenti anche l’assessore alla cultura di Mascali Veronica Musumeci, il Presidente del Consiglio Comunale di Mascali Paolo Virzì e Adele Finocchiaro, cofondatrice dell’associazione culturale Mascali 1928.

 Umberto Trovato


La Sicilia 10 novembre 2021