Presentato il quaderno di studi n.2
sulle origini e la storia di Mascali, ex contea delle sette torri
2
Novembre 2021 di
Mario Pafumi
MASCALI
– Su iniziativa dell’Associazione culturale Mascali 1928, presieduta
dall’infaticabile professor Leonardo Vaccaro studioso si storia patria, mei
giorni scorsi nella Chiesa Madre di Mascali, alla presenza del sindaco Luigi
Messina, dell’arciprete parroco, don Rosario Di Bella, di assessori e
consiglieri, ma soprattutto di un folto e competente pubblico, è stato
presentato il volume “Città di Mascali – Quaderno di studi n.2”.
Sono
intervenuti tutti gli autori degli otto articoli che compongono la pregevole
pubblicazione, ad eccezione di Concetto Stagnitta della Confraternita San
Leonardo Abate e Jacques Plainamaison, ordinario di Letteratura francese
nell’Università di Lomoges ed Avignone e specialista di Letteratura del XVIII
secolo e storia del Limosino, nonché presidente emerito della Federaziobe delle
Confraternite del Limosino. Dopo i saluti del sindaco Messina e del parroco Don
Di Bella, arciprete parroco di Mascali, di Veronica Musumeci, assessore alla
cultura del Comune, e di Adele Finocchiaro, tra le fondatrici dell’Associazione
culturale “Mascali 1928, ad prime gli interventi è stato, Antonio Alibrandi,
docente ordinario dei Licei e cultore di Storia Moderna nell’Università degli
studi di Catania, che ha sviscerato la storia di Mascali nel periodo dal XVI
secolo alla prima metà del XVIII, con riferimento al “Cristiano ordine”.
Fantasiosa
è sembrata a diversi astanti la sua versione del toponimo “Giarre” da lui
considerato derivante da presunte argille che sarebbero state presenti nel
territorio in cui sorge la “città crocevja”. Pina Andò, già docente di materie
letterarie nei licei, ha presentato la figura di Leonardo Grassi Nicotra,
sindaco di Masca dal 1896 al 1922, una figura carismatica, che contribuì con le
sue idee e la sua azione politica alla rinascita della città ex “Contea delle
sette torri”.
Nino
Amante, giornalista professionista, per lunghi anni volto e voce della RAITRE
regionale, ha focalizzato l’attenzione sui sei secoli di storia del Bosco di
Santa Venera, una storia che ha ricostruito attraverso la studio documentale
negli archivi delle Diocesi di Acireale e di Catania riuscendo a ricostruire il
passaggio dall’antichissimo priorato di origine normanna all’enfiteusi, per
giungere al passaggio alla Diocesi di Acireale, un passaggio che, come ha detto
Amante “segna la fine di un’epoca per certi versi romantica”. Molto
interessante l’intervento dell’archeologo Mario Indelicato, assegnista di
ricerca nell’Istituto del patrimonio culturale del CNR, PhD student in Scienze
del patrimonio culturale nell’Università di Catania, che sta conducendo uno
studio sperimentale archeologico, ancora in itinere sul vino “mascalese” di
Columella. Uno studio che lo sta portando ad approfondire le preziosissime
presenze archeologiche nel territorio mascalese e alla realizzazione di un
“vino romano”, quale frutto di di un’agronoonia dell’antichità.
La
piantumazione di piccolo vigneto “romano” sperimentale, utilizzando le
indicazioni delle antiche fonti agronomiche, utilizzando esclusivamente
strumenti e tecniche manuali coerenti con il periodo è stata un’esperienza
importante, considerato che il celebre vitigno da cui si trae il “nerello
mascalese” è stato addomesticato proprio in questo territorio. Simpatico ed
interessante anche l’intervento di Monsignor Giovanni Mammino, vicario generale
della Diocesi di Acireale, docente di Storia della Chiesa nello Studio
teologico San Paolo di Catania e direttore dell’archivio storico e del Museo
diocesano di Acireale.Monsignor Mammino ha rivelato alcune scoperte inedite
relative ad un progetto di costruzione della nuova chieda di Mascali,
antecedente all’eruzione vulcanica dell’Etna che il 7 novembre del 1928
distrusse completamente l’antica città di Mascali, poi ricostruita in tempo di
record dal governo Mussolini.
Leonardo
Vaccaro, autore dell’articolo “Ricerche d’archivio per la storia della
‘Venerabile Insigne Matrice Collegiata di questa città di Mascali – Il
manoscritto delle rendite dell’anno 1756 ed il Libro di introito ed esito degli
anni 1756-1826”, prima dell’intervento conclusivo del preside Girolamo
Barletta, studioso e già rettore della Società giarrese di storia patria e
cultura, ha spiegato le motivazioni che hanno spinto il Comitato a realizzare
questa nuova sfida editoriale ed augurandosi di poter presto pubblicare anche
il terzo Quaderno, ha invitato tutti gli studiosi presenti a farsi avanti.
Mascali, presentazione del “2° Quaderno
di studi”, Città di Mascali
Nella
chiesa madre San Leonardo Abate di Mascali l’associazione culturale Mascali
1928, presieduta da Leonardo Vaccaro, ha presentato “Il 2° Quaderno di
studi”, Città di Mascali.
Tra
i numerosi ed attenti presenti, anche il sindaco di Mascali Luigi
Messina, l’assessore Veronica Musumeci, il presidente del consiglio Paolo
Virzì, le consigliere comunali Adele Finocchiaro e Ilaria Barbarino e il
preside Girolamo Barletta.
L’associazione
culturale Mascali 1928, con la pubblicazione di questo libro, prosegue
l’attività di ricerca e divulgazione della storia e della cultura del
territorio di Mascali. Dalla pubblicazione del
1° Quaderno di studi, avvenuta nel 2012,
l’associazione ha promosso, direttamente e in collaborazione con altri
Enti ed associazioni, la pubblicazione di alcune opere fondamentali volte al
recupero della memoria della nostra comunità.
Si
ricorderà il volume di Sergio Intorre
“Il tesoro di San Leonardo” nella chiesa Madre di Mascali del 2008 e gli atti dei convegni organizzati
in occasione del 90 esimo anniversario della eruzione del 1928 che seppellì
l’Antica Mascali.
“Questo
nuovo quaderno – dice Vaccaro – è il frutto di approfondite ricerche condotte
sulla precedente produzione storiografica e negli archivi storici, civili ed
ecclesiastici di Mascali, Acireale e Catania, che consentono di approfondire la
conoscenza di istituzioni e personaggi che si sono sviluppate o sono vissuti
nel territorio della Contea di Mascali.
Tra
gli illustri relatori il prof. Antonino Alibrandi, docente ordinario nei Licei,
cultore di Storia Moderna nell’Università degli studi di Catania che ha
riproposto la sua tesi sulla “vexata quaestio”, cioè il passaggio del
territorio mascalese da quella che viene chiamata storicamente Baronia a quella
che fu chiamata a suo tempo e fino ad oggi Contea di Mascali, fino a trattare i
temi del banditismo e dell’Inquisizione, abbracciando così due secoli di
storia, dal 1524 al 1974.
Il
giornalista Nino Amante ha affrontato l’interessante argomento sull’origine del
Priorato di Santa Venera, dell’enfiteusi e del bosco di Santa Venera.
Nel
terzo articolo del Quaderno di Studi la prof. Pina Andò ha tracciato la figura
di Leonardo Grassi Nicotra, già sindaco di Mascali, prima dell’eruzione del
1928: sindaco progressista, ma comunque borghese, che volle la promozione umana
delle classi popolari del suo paese.
“Leonardo
Grassi Nicotra fu un sindaco – scrive la prof.essa Andò – che quando l’Italia
cadde nelle mani di Mussolini, seppe rifiutare di interpretare un ruolo
trasformista nella sua veste di Podestà rimanendo orgogliosamente coerente agli
ideali democratici che lo avevano ispirato per lunghi anni accettando con
dignità di essere messo in disparte”. Nel 1923 la sindacatura di Leonardo
Grassi Nicotra a Mascali finì. Cinque anni dopo, la colata lavica del 6 novembre
del 1928, inghiottì Mascali.
Mario
Indelicato, assegnista di ricerca presso l’Istituto di Scienze del Patrimonio
Culturale del CNR, PhD Studente in Scienze del Patrimonio Culturale presso
L’Università di Catania , nel quarto articolo del volume, ha esposto i
risultati di uno studio di archeologia sperimentale sulla viticoltura e sulla
enologia romane, condotto sulle colline di Nunziata.
Giovanni
Mammino, Vicario Generale della Diocesi di Acireale, ha posto l’attenzione sui
progetti e sulle vicende che portarono alla costruzione della nuova chiesa
Madre di Mascali, dopo l’eruzione del 1928.
Hanno
apportato un grande contributo alla realizzazione del libro anche gli articoli
dell’avv. Concetto Stagnitta e del prof. Jacques Planemaison, già ordinario di
Letteratura Francese presso le Università di Limonges ed Avignone, che nel
libro hanno affrontano il tema delle Ostensioni, cioè l’esposizione alla
venerazione delle reliquie di San Leonardo.
Dal
2 al 7 febbraio del 2015, le reliquie del teschio di San Leonardo hanno
raggiunto la Sicilia e sono state esposte alla venerazione dei fedeli nella
chiesa Madre di Mascali.Per la prima volta nella storia plurisecolare della
Regia Contea di Mascali, il corpo di San Leonardo, ha lasciato la Francia per
incontrare i devoti provenienti da tutta la Sicilia ed in particolare delle
città che lo hanno eletto celeste patrono : Enna, Partinico, Serradifalco,
Mongiuffi Melia, Montallegro, Capizzi.Le Ostensioni, con cadenza settennale, si
celebrano in 12 cittadine del Limosino in onore dei rispettivi santi patroni.
Leonardo
Vaccaro, con una approfondita ricerca d’Archivio per la storia della Venerabile
Insigne Matrice Collegiata della Città di Mascali, del manoscritto delle
Rendite e il libro di Introito ed Esito, ha concluso il quaderno.
“Ringrazio
il Comune di Mascali e l’Arcipretura Parrocchiale di San Leonardo Abate e padre
Rosario Di Bella – dice Vaccaro – per avere concesso il patrocinio dell’opera,
e per avere consentito la consultazione dei rispettivi Archivi Storici, la
Confraternita di San Leonardo di Mascali per avere promosso le relazioni di
amicizia con la città francese di Saint Léonard de Noblat. Rivolgo un
particolare ringraziamento a tutti gli autori degli articoli che, in un periodo
così complesso per la nostra società, afflitta dalla pandemia causata dal virus
SARS-Cov-2 , hanno risposto con entusiasmo e generosità alla richiesta di
scrivere sulla storia e su territorio di Mascali, creando preziose occasioni di
incontro e di conoscenza, soprattutto per le nuove generazioni”.
Angela
Di Francisca
Mascali e la sua storia
presentata nella chiesa madre
La Pubblicazione È Più Di Un
Compendio, In Quanto È Frutto Di Approfondite Ricerche Eseguite Negli Archivi
Storici, Civili Ed Ecclesiastici Di Mascali, Acireale E Catania
Mascali e la sua storia presentata nella chiesa madre. Un volume
dedicato alla storia di Mascali e alle traversie che scandirono il suo passato,
intriso di tinte fosche che di momenti luminosi. È questo il succo della
conferenza tenutasi nella chiesa Madre di Mascali su input dell’associazione
culturale Mascali 1928, la quale è diretta dallo studioso di storia patria
Leonardo Vaccaro.
Il manoscritto dal titolo
“Città di Mascali-Quaderno di studi n° 2”, presentato dalla giornalista Angela
Di Francisca.
La pubblicazione è più di un compendio, in quanto è frutto di
approfondite ricerche eseguite negli archivi storici, civili ed ecclesiastici
di Mascali, Acireale e Catania.
Esso assurge ad analisi minuziosa dei vari passaggi della storia
economico-sociale di un territorio del quale Mascali prima fu a lungo capo-fila
per poi abdicare in favore di Giarre e della prosperità degli altri comuni.
Un tempo infatti nel territorio jonico-etneo, esisteva un’entità amministrativa
chiamata Contea di Mascali.
La cui genesi risalirebbe, secondo il documento “Terra Maschalarum”,
all’assegnazione dei terreni del luogo in questione al vescovo di Catania
Maurizio da parte di Ruggero II. Due furono gli eventi che segnarono tragicamente
la storia di Mascali: il terremoto del 1693 e l’eruzione lavica del 1928, la
quale distrusse la predetta città, poi ricostruita più a valle dal fascismo. Gli
autori degli articoli presenti nel volume sono intervenuti per dissertare su
quanto da loro riportato nel manoscritto.
L’articolo redatto dal
professore Antonino Alibrandi costituisce l’asse portante del libro poiché
sviscera la storia di una comunità, ovvero quella mascalese, che diede il
nome all’omonima Contea.
Il toponimo “Mascali” comparve per la prima volta nel 593 d.c., quando
Papa Gregorio Magno inviò al vescovo di Taormina Secondino, una lettera. La
missiva affinché ordinasse ai monaci del monastero di Sant’Andrea, ubicato
“Super Mascahalas”, di erigere un altare in sostituzione di un battistero. Mascali,
città il cui nome di origine bizantina richiamerebbe etimologicamente la
connotazione “boscosa” e “ramosa” del territorio.
Secondo lo studioso Alibrandi, cultore di Storia Moderna
nell’Università degli Studi di Catania, provenne da due secoli di stagnazione
basso-medievale. Successivamente si confermò, prima come baronia e poi come
Contea. Prima di tutto però il territorio di Mascali nacque come “fego”
(feudo).
La trasformazione del territorio boschivo della piana di Mascali in
vigneti e dunque la messa a punto di colture estensive nell’area di Mascali, fu
resa possibile dall’input dato dall’imperatore Carlo V dopo che questi fu
reduce dalla vittoriosa battaglia anti-turca a Tunisi. Passando da Randazzo e
muovendosi laddove scorre l’Alcantara, Carlo V si rese conto
dell’imprescindibilità del disboscamento e della massa a coltura dei terreni.
Ciò però fu possibile quando nella metà del cinquecento il predetto imperatore
assegnò il mero e misto imperio al vescovo Niccolò Maria Caracciolo. In realtà
però il titolo assegnato al vescovo non fu quello di “comes” e dunque di Conte
ma di “dominus”. Il primo processo di concessione enfiteutica dei terreni
mascalesi ad abitanti del territorio iniziò in realtà nel XV secolo per poi
consolidarsi con i “Capitoli et ordinationi” del 1558.
Con l’enfiteusi, che sarebbe un diritto reale di godimento del bene
altrui, impegna l’enfiteuta a migliorare il fondo e a pagare al proprietario di
esso un canone annuo, Nicolò Maria Caracciolo riuscì a modificare il volto
della piana di Mascali. Mascali ottenne una primazia sugli altri nuclei
abitativi anche grazie alla produzione di vino. Poi il terremoto del 1693 che
distrusse Mascali, favorì la crescita di Giarre, affermatasi proprio nel
Seicento, mentre Macchia, poi divenuta frazione di Giarre, rafforzò il suo
nucleo abitativo nel settecento.
Giarre infatti, il cui etimo sarebbe riconducibile alla presenza
geologica di crete, passò da luogo di posta, riconosciuto come tale nella metà
del cinquecento, a fondaco che riuscì ad emergere su Mascali soprattutto in
materia di incremento demografico. Alibrandi nel suo manoscritto ha sottolineato
che fino all’eruzione lavica che distrusse Mascali nel 1928, vi erano due
chiese: una che sarebbe quella di San Leonardo, ricostruita ex novo in un anno
imprecisato, e l’atra che sarebbe quella di Santa Maria degli Angeli. Alibrandi,
nel corso della sua dissertazione, ha anche affrontato il tema del banditismo. In
particolare, Alibrandi ha indugiato sulla figura del bandito Giorgio Lanza,
squartato vivo per volere del Vicerè conte di Olivares, e su quella del bandito
Francesco Ferro, figura delle cui gesta sono a conoscenza gli anziani di
Mascali di oggi sebbene egli visse nella metà del Seicento.
Mascali inoltre ospitò il culto di San Leonardo a seguito di una
tradizione orale secondo la quale un’imbarcazione proveniente da Malta e che
trasportava le reliquie del Santo, si fermò inspiegabilmente a largo delle
coste di Mascali. Tutto ciò, quasi come se il Santo avesse chiesto di essere
venerato lì. Alibrandi si è poi soffermato sul tema dell’Inquisizione, facendo
riferimento alla figura di Salvatore Patanè, commissario del Sant’Uffizio nella
città di Mascali nella metà del settecento.
Il giornalista Nino Amante ha
invece dissertato sul Priorato di Santa Venera, nato subito dopo l’arrivo dei
Normanni in Sicilia. Il priorato,
esistente anche a Sant’Anna e ad Annunziata, consisteva in chiese con convento
annesso. Diversi furono gli scontri tra il priorato, il cui territorio fu
disboscato solo nella seconda metà del settecento, e la comunità di Mascali, la
quale rivendicava il diritto ad entrare nei terreni di proprietà dei canonici
per cacciare o per svolgere attività di pastorizia.
La professoressa Pina Andò ha
invece dissertato sulla figura del sindaco Leonardo Grassi Nicotra, sempre
sensibile ai bisogni delle classi operaie.
Quest’ultimo è autore di importanti interventi come l’edificazione di
acquedotti, fognature, mercati e illuminazione.
L’archeologo Mario Indelicato
ha invece sottolineato l’attuazione di un progetto sperimentale che prevedeva
la piantumazione di un piccolo vigneto “romano” sperimentale.
Vigneto impiantato nelle campagne di Nunziata seguendo le indicazioni
delle antiche fonti agronomiche.
Ne è derivato un vino rosso aranciato, acidulo e quasi piccante dal
retrogusto affumicato.
Gli articoli del manoscritto
sono stati redatti anche dal prof. Jacques Plainemaison, soffermatosi sulle
processioni ostensionarie, e dall’avv. Concetto Stagnitta.
Leonardo Vaccaro ha invece
“indugiato” sulla storia della “Venerabile Insigne Matrice Collegiata della
Città di Mascali”.
Il vicario Generale della
Diocesi di Acireale Giovanni Mammino ha discusso sul progetto di costruzione
dell’attuale chiesa Madre di Mascali.
Alla conferenza hanno partecipato anche il Preside Girolamo Barletta,
cga che ha parlato sulla figura del sindaco Grassi Nicotra, l’arciprete di
Mascali Di Bella, il sindaco di Mascali Luigi Messina. Presenti anche
l’assessore alla cultura di Mascali Veronica Musumeci, il Presidente del
Consiglio Comunale di Mascali Paolo Virzì e Adele Finocchiaro, cofondatrice
dell’associazione culturale Mascali 1928.
Umberto Trovato
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La Sicilia 10 novembre 2021 |