"Come un immenso nastro di lutto posato sulla terra: è la grande sciara di Mascali, la distesa di lava pietrificata scesa nel 1928 dal lontano cratere fino al mare sommergendo il paese sotto la sua nera onda infocata”. Le Parole sono pietre di Carlo Levi.
I risultati del progetto “Il Racconto dell'acqua - Sistemi storici di fruizione delle risorse idriche nel territorio ionico etneo” sono stati inseriti tra i documenti in rete dell’ Arca dei Suoni del Centro Regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Il progetto che ha visto coinvolti Comuni, Soprintendenza di Catania, Genio Civile, Associazioni ed Istituzioni scolastiche, ha come filo conduttore l’acqua, come risorsa insostituibile per l’uomo, ed in particolare l’acqua dell’Etna con gli straordinari strumenti di gestione e fruizione: sorgenti, pozzi, abbeveratoi, senie e norie, mulini, fontane, cisterne.Il documentario “La Gurna di Pane et Vinu” curato dall’architetto Santa Sorbello racconta la storia e l’evoluzione di un tratto di costa del comune di Mascali: dalle origini paludose, agli interventi di bonifica sotto il controllo del Vescovo Conte di Catania, fino all’attuale espansione edilizia.
La presenza di antichi manufatti, quali opere militari a difesa della costa e sistemi di gestione delle acque, nonché di importanti fenomeni di vulcanesimo secondario, rende questo tratto di territorio meritevole di una decisa azione di tutela e valorizzazione.
Guarda il Video: "La Gurna di Pane et Vinu" di Santa Sorbello.
Anche
la città di Mascali, distrutta dalla eruzione dell’Etna del 1928 e ricostruita
ad opera del Governo tra il 1930 ed il 1940 intende celebrare il centenario
dell’inizio della Prima Guerra Mondiale.
Forse
Mascali è l’unica cittadina Italiana ad
aver costruito, in appena 10 anni, due
monumenti dedicati ai caduti della Grande Guerra, essendo stato il primo monumento,
appena realizzato e non ancora inaugurato, sepolto da una colata lavica.
Attraverso
l’organizzazione di una Mostra Documentaria, con materiale inedito proveniente
dal’Archivio Storico Comunale e dai privati cittadini (fotografie, elenchi dei
caduti, lettere dal fronte, manifesti), si vuole rinvigorire il senso di
appartenenza alla Nazione Italiana ricordando gli antenati, oltre un centinaio,
che sacrificarono la propria vita per la
sua libertà.
Coerentemente con il principio ispiratore del progetto
italiano si procederà al recupero della
memoria storica attraverso la riscoperta
dei monumenti commemorativi della città coinvolgimento in particolar modo le scuole di
ogni ordine e grado “ in un percorso didattico che trasmetta alle giovani generazioni il
significato dell’evento bellico, anche nell’ottica della costruzione di una
rinnovata identità europea”.
La
concessione del logo ufficiale del centenario della Prima Guerra Mondiale accredita l’iniziativa quale progetto
rientrante nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario
della prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri
- Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale.
E’ stata inaugurata ieri sera, in occasione della Giornata dei Caduti nelle Guerre, presso la sede dell’Associazione Combattenti e Reduci di via Umberto presieduta da Michele Bartolotta, la Mostra documentaria: “Mascali e la prima guerra mondiale 1915-1918: storie di soldati, storie di uomini”, promossa dal Comune di Mascali, curata dall’“Associazione Culturale Mascali 1928” e dalla “ Confraternita San Leonardo Abate”, con l’allestimento di Antonio Torrisi, che ha ottenuto la concessione del logo ufficiale e l’accreditamento quale progetto rientrante nel programma nazionale delle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
”La Città di Mascali, che nei primi decenni del ‘900 contava circa 8 mila abitanti, visse pienamente gli orrori del conflitto della Grande Guerra – spiega Leonardo Vaccaro presidente dell’associazione Mascali 1928 -. Numerosi giovani partirono per il fronte, molti non fecero ritorno, altri rientrarono con il corpo e lo spirito segnato dalle terribili condizioni di vita delle trincee. Il recupero e l’esposizione di documenti e fotografie provenienti dall’Archivio Storico Comunale e da privati cittadini, prosegue l’obiettivo di rinvigorire il senso dell’evento bellico, anche nell’ottica della ricostruzione di una rinnovata identità europea. Questa piccola mostra, con documenti e fotografie su Mascali e la Prima Guerra Mondiale, è l’occasione per ricordare i nostri antenati che cento anni fà, hanno lottato per la libertà della Patria. Che sia anche occasione per riscoprire l’orgoglio e l’identità Mascalese”
Tra i documenti esposti nella Mostra documentaria l’elenco dei militari di Mascali presenti nell’Albo d’Oro dei Militari Caduti nella Grande Guerra del 1915-18, gli elenchi dei militari caduti, dei militari irreperibili, delle madri e degli orfani dei militari redatti dal Comune di Mascali, la delibera comunale sulla costruzione del Monumento dei Caduti di Mascali.
Numerose le fotografie esposte di soldati di Mascali che hanno combattuto la Grande Guerra, fotografie dei Monumenti ai Caduti di Mascali e Nunziata, fotografie di prigionieri di guerra Austro Ungarici nelle campagne di Mascali. Presente all’inaugurazione anche uno degli ultimi reduci, il centenario mascalese Gaetano Scionti.
La mostra è stata visitata dall’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Luigi Messina, delle autorità civili e militari, dei combattenti, dei reduci e dell’associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi in guerra, che ieri sera hanno reso omaggio al Monumento dei Caduti di Mascali, Puntalazzo e Nunziata deponendo una corona d’alloro, in occasione della Giornata dei Caduti nelle Guerre.
La Mostra resterà aperta ancora nei prossimi giorni perché possa essere fruita da tutti e soprattutto dagli alunni delle scuole di Mascali e del comprensorio.
Il legame tra l’Etna e la città di Mascali è indissolubile.
Una tra le più antiche leggende classiche legate al vulcano è ambientata nel territorio collinare di Mascali.
Narra dell’amore tra una leggiadra ninfa di nome Rosemarine ed il pastorello Mascali, e della furente gelosia del Dio del fuoco Vulcano che scaglia un ruscello di incandescente lava sul giovanetto incenerendolo. La ninfa Rosemarine che non vuole sopravvivere al proprio amato si lancia in mezzo alla lava infuocata.
Quando il 6 novembre del 1928 l’antica città di Mascali scomparve, sepolta realmente dall’ira del Vulcano, gli anziani disperati, rammentarono increduli quella antica leggenda che aveva preannunciato il loro triste destino.
La conferenza del 31 ottobre 2015, organizzata dalla associazione culturale “Mascali1928” e dalla confraternita San Leonardo Abate, con il patrocinio del Comune di Mascali e dell’Arcipretura San Leonardo Abate, vuole essere l’occasione per una approfondita riflessione non solo sul rischio vulcanico e sulla necessaria prevenzione che gli abitati costruiti ai piedi dell’Etna debbono adottare, ma anche sulle opportunità di carattere culturale e turistico che un vulcano, patrimonio dell’umanità, può offrire ad una cittadina come Mascali.
La storia si ripete e, spesso, si ripete esattamente nello stesso identico modo. Lasciamo da parte la storia degli uomini, ci sarebbe molto da riflettere e da discutere sul perché le guerre di pochi decenni fa non abbiano prodotto sufficienti anticorpi da dissuaderne altre, e concentriamoci sulla storia degli eventi naturali, quali eruzioni e terremoti. Pur quanto imprevedibili possano essere questi fenomeni, alcuni aspetti sono già noti e conosciuti da secoli, ma l’uomo – ecco che ritorniamo al punto di partenza – spesso agisce come se il passato non abbia nulla da insegnare, nonostante sia maestro di vita.
Di eruzioni e di storia si è discusso sabato 31 ottobre nel corso della conferenza “Mascali e l’Etna, storie a confronto”, promossa dall’Associazione Mascali 1928, all’interno dell’Oratorio Don Bosco del centro jonico-etneo, che ha proposto ad un pubblico numeroso, che ha affollato il salone nonostante la serata da tregenda, un excursus sulle più importanti eruzioni in epoca storica dell’Etna, l’affascinante vicenda dell’antica chiesa Madre di Misterbianco, sommersa dalla lava e recentemente riportata alla luce, ed un momento letterario con la lettura di un racconto di Sergio Mangiameli.
Ha introdotto Leonardo Vaccaro, dell’Associazione Mascali 1928, che ha ricordato quel che accadde esattamente nel novembre di 87 anni fa quando ebbe inizio l’eruzione che, nei giorni successivi, cancellò il paese che venne, poi, ricostruito. E a ricordo di quei giorni è stato proposto il filmato dell’eruzione “Etna In Eruption (1928)” proveniente dal sito British Pathé (produttore di cinegiornali, cinemagazines e documentari dal 1910 fino al 1970 nel Regno Unito, che conta su un corposo archivio di 90 mila filmati storici) sino a oggi sconosciuto ai mascalesi.
Ha aperto gli interventi Stefano Branca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, che ha parlato dell’attività eruttiva dell’Etna in epoca storica, dall’eruzione del 425 avanti Cristo – avvenuta nel periodo greco e descritta da Tucidide –, passando per quella pliniana del 122 a.C. sino alle dettagliate descrizioni degli eventi del 1669 e del 1928, per concludere con l’eruzione di Randazzo del 1981. Branca ha poi proposto alcune foto dell’evento del ’28 tratte dall’archivio fotografico “Ponte” con una immagine aerea di Mascali.
Proprio nel corso della lunga carrellata, in cui non sono mancati i riferimenti ai terremoti, Branca ha osservato che, soprattutto nel modo di costruire, l’uomo non riesce a far tesoro degli insegnamenti del tempo.
In seguito, l’attore Aldo Leontini ha letto il racconto inedito di Sergio Mangiameli (curatore su Etnalife della rubrica letteraria di racconti brevi “Storie dell’altro mondo”) “Fermata 1928”, un dialogo fra una bambina e il Creatore che avviene in questo anno fatidico che conta non pochi eventi eccezionali: l’avventura al Polo Nord del Dirigibile Italia di Umberto Nobile, la scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming, la creazione di Mickey Mouse, l’eruzione di Mascali.
Infine ha preso la parola Padre Giovanni Condorelli, parroco della chiesa Madre di Misterbianco, che ha raccontato la storia della venuta alla luce dopo trecento anni, da una coltre di materiale eruttivo, dell’antica chiesa Madre misterbianchese seppellita dall’eruzione del 1669 e nota per secoli come “Campanarazzu”, dalla torre campanaria che era l’unica struttura che affiorava dal materiale lavico. L’antica chiesa è riemersa in tutta la sua bellezza fatta di dipinti murari, altari e putti, grazie agli scavi proposti sin dal 1969 (trecento anni dopo l’evento) dalla Fondazione Culturale Monasterium ed eseguiti negli ultimi anni dallaSovrintendenza di Catania. L’antica matrice, a cui è stato rifatto il tetto, è adesso visitabile insieme al museo d’arte sacra allestito nella cripta. Padre Condorelli ha pure proposto il video che ricostruisce lo scavo sino all’aspetto attuale.
"La seconda strada ad oriente, che parte dal suddetto spazio triangolare (piano di San Cristoforo o delle Anime Purganti), porta alla chiesa di Sant’ Antonio di Padova, e ad un luogo campestre, ove è un’altare a forma di macchinetta, in cui v’è l’effige di SS Maria della Grazia. In linea sempre irregolare di diverse forme, si vedono nel suo corso varie situazioni di case umili, tra le quali due botteghe di commestibili, il forno ed un macello."
Relazione dell’architetto Vincenzo Musso per il territorio di Mascali e Giarre del 23 novembre 1816.
La lava del 1928 risparmiò miracolosamente il quartiere di Sant’ Antonino con la settecentesca chiesa di Gesù e Maria e le caratteristiche abitazioni circostanti. Il piccolo quartiere, che nella vecchia Mascali fungeva da porta di ingresso alla città e da avamposto difensivo verso la vicina costa jonica, divenne una frazione isolata rispetto alla moderna Mascali ricostruita più a valle. Santa Sorbello, Pierluigi Bella e Antonino Alibrandi parleranno della evoluzione urbanistica e storica di Sant’Antonino, evidenziando quegli elementi del passato che, opportunamente tutelati e valorizzati potrebbero costituire un volano per lo sviluppo sociale, economico e turistico della frazione.
La “parrocchia Gesù e Maria” di S. Antonino di Mascali guidata da padre Daniele Raciti ha ospitato la conferenza “S. Antonino: la sua struttura urbana, la sua storia”. A moderare l’incontro Leonardo Vaccaro presidente dell’associazione culturale “ Mascali 1928” e organizzatore dell’evento; al tavolo dei relatori Santa Sorbello architetto BB.CC.AA di Catania, l’ingegnere Pierluigi Bella e lo storico Antonino Alibrandi. Presente all’incontro anche il sindaco di Mascali Luigi Messina che nel suo intervento ha mostrato sensibilità e vicinanza alla frazione mascalese e plauso per le iniziative dell’associazione culturale “Mascali 1928”.
L’architetto Sorbello ha relazionato su un’indagine storica fatta sull’ultimo lembo dell’antica Mascali sopravvissuta alla colata lavica del 1928. Ripercorrendo la storia di S. Antonino come quartiere e i legami tra il quartiere di S. Antonino e l’antica Mascali ha parlato della struttura sociale della società, dell’impianto urbano, e attraverso un excursus storico, ha cercato di capire cosa è ancora leggibile e presente della storia di S. Antonino nella frazione odierna.
Nel suo intervento l’ingegnere Pierluigi Bella ha parlato di come realizzare un parco tematico sulle sciare, argomento già affrontato nel Workshop internazionale di progettazione che si è svolto nei mesi scorsi a Mascali da un gruppo di progettazione UFO (Urban Futur Orrganization) che ha sede a Londra e che ha vinto una importante gara per la realizzazione di un’intera città in Cina. “Rilanciare Mascali attraverso S. Antonino – ha dichiarato l’ingegnere Bella – rappresenta l’essenza della nostra storia, è il luogo dei tragici eventi del 1928, è ancora visibile il fronte lavico, la chiesa di Gesù e Maria che è stata risparmiata dal fronte lavico e le case che sono state appena lambite dalla lava. Da pochi giorni sulla facciata del comune di Mascali è comparso il sito dell’Unesco che attesta come Mascali sia l’unica città cancellata dalla lava nel secolo scorso. Questo riconoscimento ci fa pensare ad un futuro turistico e ambientale per Mascali, di persone che visitano il vulcano e che vogliono conoscere le nostre tradizioni. Il rilancio di Mascali passa senz’altro attraverso S. Antonino, luogo vocato dove localizzare un museo degli eventi del ‘28. Dobbiamo essere pronti ad ospitare i flussi turistici che cominceranno ad esserci a breve”.
Il professore Antonino Alibrandi ha parlato della frazione di S. Antonino definendola il vero centro storico della comunità mascalese. “È un borgo dalle caratteristiche architettoniche dell’800 e degli inizi del 900 riscontrabili raramente nel nostro territorio” ha spiegato il professore Alibrandi. “A S. Antonino, nel quartiere estremo ad est, sono ancora individuabili alcuni punti di riferimento dell’antica città di Mascali, quali il Duomo, il cimitero, la chiesa di S. Cristoforo e altri punti di interesse religioso e sociale. S. Antonino è uno dei punti strutturali su cui si può in comunicare a studiare il tessuto urbanistico, sociale ed economico di Mascali”.
Domenica 10 maggio, dalle ore 16.00 alle ore 19.00, in occasione della XXI edizione della Giornata Nazionale “Chiese aperte” sarà possibile visitare il complesso della “Nunziatella”.
Si tratta di un’area archeologica e monumentale di grande importanza, collocata nel cuore di Nunziata di Mascali (CT), ai piedi dell’Etna, a pochi km dalla costa orientale della Sicilia.
Recenti indagini archeologiche ed un’attenta opera di restauro, hanno portato alla luce i resti di una basilica paleocristiana a tre navate con splendidi pavimenti a mosaico databili al V/VI d. C., e reso pienamente fruibile l’adiacente basilica medievale che conserva uno splendido ciclo di affreschi del XII sec. d. C.
Il complesso sarebbe identificabile con il monastero di Sant’Andrea “super Maschalas” citato in una lettera inviata nel 593 d.C. dal Papa Gregorio Magno al vescovo Secondino di Taormina.
Ad illustrare le bellezze storico ed artistiche della “Nunziatella” saranno gli studenti del Liceo classico “M. Amari” di Giarre ed i giovani della comunità di Nunziata e Mascali, impegnati in un progetto di educazione permanente finalizzato alla valorizzazione del monumento.
Visita guidata presso il complesso della Nunziatella,
Nell’aula magna del liceo classico Michele Amari di Giarre si è svolta la manifestazione conclusiva del progetto: “Adottiamo un monumento: la Chiesa Nunziatella di Nunziata di Mascali”. “Il progetto è stato patrocinato dalla Regione Siciliana, assessorato regionale Beni culturali e dell’identità siciliana. “Si tratta di un progetto di educazione permanente, che ha coinvolto gli studenti dell’Amari e gli studenti della comunità di Nunziata e Mascali”, ha spiegato la prof. Maria Rosaria Grasso ideatrice e coordinatrice del progetto.
Il progetto è stato realizzato grazie all’interazione con le varie istituzioni, la scuola, la “parrocchia di Santa Maria dell’Itria” di Nunziata guidata da padre Carmelo Di Costa, di Antonio Casablanca e Ines Torrisi dell’“Archecheoclub area ionico etnea”, del club Unesco di Acireale presieduto dalla professoressa Nellina Ardizzone, dell’associazione culturale “Mascali 1928” presieduta da Leonardo Vaccaro. Hanno collaborato alla buona riuscita del progetto il prof. Giovanni Lutri, dirigente scolastico del liceo classico Amari di Giarre, Lina Longhitano dirigente dei servizi generali amministrativi, la prof.ssa Maria Rosaria Grasso, i docenti Grazia Carota, Clara Magnano, Sandra La Ferrera e Mariuccia Stelladoro.
Presenti all’incontro, l’architetto Giovanna Buda che ha seguito i ragazzi nella formazione e durante i sopralluoghi, Giulia Falco, referente Servizi Educativi Territoriali Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania ed il neo sindaco di Mascali Luigi Messina che si è detto entusiasta di questo progetto e che sarà compito della sua amministrazione contribuire a sostenerlo. Ai Beni Ambientali di Catania fanno riferimento tutti i docenti che si sono occupati di formare i ragazzi che hanno realizzato delle visite guidate dei Monumento. Un video ha ripercorso la storia della frazione mascalese di Nunziata, la riscoperta agli inizi degli anni ’30 della zona absidale dell’edificio medievale della Nunziatella che documenti d’archivio attestano alla fine del XIV sec., di un frammento di un affresco, dei successivi interventi di restauro e di scavo archeologico, ad opera della Soprintendenza di Catania, iniziati nel 1985 e conclusi nel 2013 con la riapertura della Nunziatella al culto e la scoperta di una chiesa paleocristiana.
“È stato realizzato un pieghevole attualmente in lingua italiana, ma presto sarà tradotto in inglese e francese per renderlo ancora più fruibile – ha concluso la prof.essa Maria Rosaria Grasso –. Durante le visite guidate abbiamo avuto anche dei turisti stranieri e i ragazzi hanno avuto anche modo di sperimentare anche visite guidate in lingua inglese. Cercheremo di proseguire nel progetto in modo che il Monumento sia sempre più visitato”. Durante la manifestazione alcuni alunni del liceo classico hanno intramezzato i vari interventi con piacevoli intermezzi musicali e con la lettura di alcuni brani in greco.
La “Grande Guerra”
fu combattuta non solo sul fronte terrestre ma, contrariamente a quanto si pensa
di solito, anche sui mari. Tuttavia gli
scontri diretti tra navi da guerra furono molto rari; i comandi militari
preferirono affidarsi all’opera dei sottomarini,
all’ utilizzo dei campi minati,
alla creazione di speciali mezzi
d’assalto come i MAS (Motoscafo Anti Sommergibile) capaci infliggere gravissime
perdite all’avversario.
Fu il mare Adriatico
il principale teatro dello scontro tra la Regia Marina Italiana e la Marina Austriaca.
L’Italia bloccò l’ingresso al mare Adriatico nei pressi del
canale di Otranto, impedendo di fatto qualsiasi tipo di rifornimento via mare versi i porti dell’ Impero.
Nella Regia Marina
Italiana combatterono anche i figli di Mascali. Abbiamo notizia di
due marinai nati a Mascali e caduti durante la prima guerra mondiale a seguito
dell’affondamento delle rispettive navi sulle quali erano imbarcati.
Pistorio Leonardo di Rosario, nasce a Mascali il 28 dicembre del 1893. Ha il grado
di fuochista CREM (Corpo Reali Equipaggi di Marina) ed è imbarcato sulla Regia
Nave “Regina Margherita”. Scompare in
seguito all’affondamento della nave l’ 11 dicembre del 1916 al largo del Porto
di Valona. Il suo nominativo compare nell’Albo d‘Oro dei Caduti della Grande e
Guerra ed è inciso sul monumento ai
caduti di Mascali
Lanave da battaglia
“Regina Margherita” costruita nell’
Arsenale di La Spezia, entrò in servizio
nel 1904. Con una lunghezza di quasi 140 metri, armata con svariate unità di
cannoni, mitragliere e tubi lanciasiluri, rivestì fino al 1910 il ruolo di
ammiraglia della flotta italiana. Nel 1908 partecipò alle operazioni di
soccorso ai superstiti del terremoto che colpì Messina e Reggio Calabria. Durante la Grande Guerra
operò tra Brindisi e Valona, attuando insieme a numerose altre unità navali
il blocco del Canale di Otranto relegando la flotta Austro – Ungarica all’interno del Mare adriatico.
La notte del 16 dicembre 1916 la corazzata lasciava il porto di Valona in direzione di
Taranto. A causa delle proibitive condizioni del mare, durante le manovre urtò
delle mine, forse disseminate da un sommergibile tedesco o forse staccatesi dal
campo minato Italiano. Le violente esplosioni ne provocarono in brevissimo tempo l’affondamento, insieme al comandante e a quasi settecento uomini dell’equipaggio.
Il blocco del Canale di Otranto - collezione Nicola Ragnoli.
Gambino
Sebastianodi Giuseppe, nasce a Mascali il 22 febbraio 1889. Ha il grado di Marinaio CREM (Corpo Reali Equipaggi di Marina) ed è
imbarcato sulla regia nave Sterope. Scompare in seguito all’affondamento della
nave il 07 aprile 1918 nell’Oceano
Atlantico nei pressi delle isole Azzorre.
Il suo nominativo è presente nell’Albo d‘Oro dei Caduti della Grande, ma non appare
sul monumento ai caduti di Mascali
Regia Nave "Sterope"
Lanave carboniera “Sterope”
varata a Livorno nel 1905, era armata con quattro cannoni ed era adibita al
rifornimento di carbone Dopo aver
partecipato alla Guerra di Libia (1911-1912), fu affondata nell’ Oceano Atlantico, nei pressi delle isole Azzorre il 7 aprile 1918, in seguito all’attacco di un sommergibile tedesco.
Flotta Italiana e flotta Austriaca a confronto - collezione Nicola Ragnoli.